
Cosa prevede la nuova bozza della riforma fallimentare in fase di approvazione da parte del Governo: misure semplificate per aiutare le imprese a superare la crisi ed evitare l’insolvenza
Entro il 14 novembre il Governo darà il via libera alla riforma fallimentare, il nuovo codice della crisi che detta regole semplificate per aiutare in modo concreto le imprese che si trovano in difficoltà finanziarie pur essendo ancora sane. Il nuovo testo – che contiene alcune novità rispetto alla prima bozza – si propone infatti di permettere alle aziende con problemi di natura economica di adottare soluzioni per poter proseguire l’attività evitando l’insolvenza.
Lo schema del decreto – in attuazione della delega stabilita dalla Legge 155/2017 – contiene misure precise per agevolare gli imprenditori che ricorrono a istituti di allerta e composizione assistita della crisi, procedimento introdotto con la Legge 3/2012 o “salva suicidi” varata per consentire alle imprese e alle famiglie di uscire da situazioni di sovraindebitamento anche gravi.
Si tratta di 390 articoli che accolgono i contenuti elaborati dalla precedente Commissione Rordorf e aggiungono alcune modifiche, tenendo maggiormente conto delle esigenze del mondo imprenditoriale e dei professionisti. Come principio generale della riforma viene sancito il superamento del termine “fallimento”, sostituito con la dicitura “liquidazione giudiziale“: in particolare, il testo sottolinea come lo stato di crisi rappresenti in realtà una situazione di difficoltà economico-finanziaria che espone il debitore al rischio di futura insolvenza, intesa come impossibilità a soddisfare i singoli obblighi.
Con l’abolizione della parola fallimento dalla bozza, inoltre, la riforma offre un approccio meno negativo verso una situazione di crisi e sovraindebitamento che può ancora essere superata, facendo ricorso all’applicazione della normativa vigente e affidandosi a professionisti capaci di assistere i debitori in tutte le fasi della composizione della crisi.
Tra le novità introdotte dal nuovo codice compaiono regole semplificate volte proprio a facilitare la soluzione delle crisi:
- l’attivazione delle procedure di allerta e di composizione assistita della crisi non presuppone la risoluzione dei contratti pendenti, anche se stipulati con la PA;
- l’iter di accertamento dello stato di crisi o insolvenza si applica a tutte le categorie di debitori, fatta eccezione per gli Enti Pubblici;
- il modello processuale per l’accertamento dello stato di crisi o di insolvenza del debitore diventa unico e semplificato;
- sono previsti indicatori di crisi per misurare le difficoltà reddituali e patrimoniali.